Immaginatevi di svegliarvi una mattina e all'improvviso non ricordarvi niente, a malapena il vostro nome. E non riconoscete neanche chi vi sta guardando nella gabbia. Quello che pensa il protagonista è niente a confronto di quello che devono attraversare i protagonisti di Maze Runner - Il labirinto, il primo film della saga, scritta da James Dasher.
Il protagonista è Thomas, interpretato da Dylan O'Brian, che si sveglia in una ascensore che sale in alto e quando finalmente si ferma vede dei ragazzi sconosciuti. Non ricorda nulla di se e di come è finito in quel posto. Piano piano i suoi nuovi compagni gli spiegano tutto: si trova in una Radura. Ognuno ha il suo compito e insieme sopravvivono. L'unica uscita pare che sia tra il labirinto, ma ogni sera le porte del labirinto sia chiude per proteggere i ragazzi dai Dolenti, orribili creature meccaniche da cui nessuno è mai ornato vivo. I soli che possono attraversare le perte del labirinto sono i velocisti: ragazzi che ogni giorno entrano nel labirinto per cercare un'uscita. Ma Thomas è curioso e le regole della Radura gli stanno strette. Ma poi un giorno.....
Ovviamente non vi dico più niente, perché lo scheletro di tutto film, è costruito da una serie avvenimenti che causano delle conseguenze, che a catena conduce lo spettatore, fino alla fine del film. Non posso metterlo in paragone con il libro perché quando uscì non lo lessi, e cominciai subito a leggere il secondo libro, si me ne sono pentita, ma oramai non si può tornare indietro.
Il regista riesce a dare più spazio a scena d'azione, limitando le interazioni emotive dei personaggi. Eppure non si fa nessuna fatica a credere che i loro legami sono reali, a percepire le ansie e le preoccupazione che li attanagliano, a provare con loro quella sottile e persistente paura di non farcela.
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